Il mercato internazionale dei farmaci è controllato
da lobby multinazionali che in molti Paesi industrializzati,
e specificatamente in Italia, operano in regime di monopolio
industriale-scientifico.
Vige da noi infatti una cosiddetta "Medicina ufficiale" o,
appunto, "monopolistica" o "protetta" che è quella Medicina
a cui le leggi dello Stato offrono garanzie esclusive, le
cui principali sono: la "Medicina ufficiale" è l'unica Medicina
che può essere insegnata e certificata dalle Università, l'unica
il cui titolo è riconosciuto, l'unica il cui utilizzo è garantito
nelle strutture pubbliche, l'unica a cui il SSN accorda una
facilitazione economica agli utenti, l'unica a cui rivolgere
i fondi pubblici per la Ricerca (ai quali si aggiungono quelli
delle raccolte pubbliche volontarie aggiuntive facilitate
dai media e, ovviamente, quelli stanziati direttamente dalle
Industrie).
Il razionale di tale scelta è che la Medicina ufficiale sia
quella che fornisce le più valide prove scientifiche della
sua efficacia ed effettività.
Queste prove scientifiche sono fornite nell'ambito di un
unico paradigma, che è quello proprio della Medicina ufficiale.
Il razionale per cui lo Stato riconosce un monopolio, oltre
che ad un'unica Medicina, anche ad un unico paradigma scientifico,
è che questo paradigma sia l'unica scienza o comunque quella
più affidabile.
La costruzione, il mantenimento e lo sviluppo di tale scienza,
ogni tipo di ricerca teorica e applicativa nel suo ambito,
ogni suo standard condiviso, ogni informazione, divulgazione
e propaganda alla classe medica ed al pubblico, sono controllate
dalle corporazioni più importanti delle Industrie produttrici
di farmaci e materiale sanitario.
Per tale motivo, nella moderna Sociologia della Scienza si
parla di sistema "industriale-scientifico".
Vi sono persone ed organismi preposti direttamente ed indirettamente
al funzionamento del regime industriale-scientifico monopolistico
dei farmaci ("reclutati" e "alleati", in dizione sociologica),
che, senza soluzione di continuità, sono coinvolti in varia
forma in tutta la rete della ricerca, produzione, applicazione,
pubblicazione, divulgazione, propaganda, formazione, commercio,
prescrizione, vendita dei prodotti: dai dipendenti diretti
delle industrie (quali consigli di amministrazione, informatori
medico-scientifici, manager, ricercatori dipendenti, etc.),
ai ricercatori cosiddetti indipendenti, agli opinion leader
(fra cui premi Nobel, ricercatori famosi, personaggi pubblici,
etc.), ad èquipes e redazioni radiotelevisive, alle riviste
medico-scientifiche (specie le più importanti) e testate di
pubblica informazione, comitati, Istituti e consigli di istituzioni
pubbliche e private, Ministeri, sino ai farmacisti, ai medici
ed ai singoli utenti.
Le Industrie investono e re-investono costantemente il loro
fatturato per il funzionamento ottimale di questa rete.
La rete della tecnoscienza è un universo di manufatti e la
visione del mondo che li produce, li mantiene e ne propaganda
il significato.
Così si esprime a riguardo il sociologo Bruno Latour: "Gli
alleati e le risorse interne alla rete della tecnoscienza
sono la parte sommersa dell'iceberg, la cui punta è rappresentata
dagli scienziati. Le professioni della sanità (come, in altri
campi, quelle militari) sono gruppi che sanno come coinvolgere
tutti su alcuni problemi, come tenerli allineati e renderli
disciplinati e fedeli; sono gruppi per i quali il denaro non
è un problema".
L'epistemologia e la sociologia della scienza propongono riflessioni
per evitare l'automatismo di pensiero e l'accettazione acritica
della scienza.
Attualmente, la scienza ha un potere suggestivo sulle masse
paragonabile a quello di una religione in regime integralista.
Paul Feyerabend, da epistemologo, parlava apertamente di "religione
della scienza".
La storia dei nostri giorni, facilitata dalla globalizzazione
dell'informazione, ormai conosce i fatti attraverso cui il
sistema scientifico-industriale si è costituito e funziona,
e giunge a conclusioni addirittura inquietanti, come nel caso
della denuncia davanti al tribunale internazionale dell'Aia
dei responsabili delle principali Industrie Farmaceutiche
e dei maggiori uomini politici del mondo per "crimini contro
l'umanità".
In ogni tempo esiste la dipendenza relativa di ogni uomo
dai giochi di potere dell'epoca e dal modo di pensare comune.
E oggi ci sono, come ci sono sempre stati, oppressi ed oppressori.
Ma, dal punto di vista medico, l'indignazione per i fatti
esterni non è una buona medicina, perchè ci porta fuori da
noi stessi.
Non si tratta di stabilire se l'epoca attuale sia migliore
o peggiore di quelle che l'hanno preceduta, nè da questo può
dipendere la salute e la felicità personale.
Ognuno di noi, nel momento in cui riconosce il proprio diritto
personale all'autodeterminazione, può sicuramente perseguirlo.